Ogni anno, il primo dicembre, si celebra la Giornata mondiale per la lotta all’Aids, un’occasione per riflettere sui progressi raggiunti e sulle sfide ancora aperte nella lotta a questa malattia infettiva causata dal virus Hiv. In Italia, i dati più recenti mostrano un aumento delle nuove diagnosi, riportando l’attenzione sulla necessità di sensibilizzare la popolazione e promuovere una maggiore prevenzione. Ecco la fotografia scattata dal report pubblicato dal Centro operativo Aids dell'Istituto superiore di sanità in vista della giornata mondiale 2024.
I maschi nella fascia 30-39 anni si confermano il gruppo con una maggiore incidenza di nuove diagnosi; mentre per le donne la fascia più colpita è quella tra i 20 e i 29 anni. "Questo trend è indicativo e va di pari passo con l'andamento delle altre infezioni a trasmissione sessuale, che sono in aumento soprattutto tra i giovani. È necessaria una maggiore sensibilizzazione sia sulle norme di prevenzione che sull'accesso al test: dal 2015 è in continuo aumento la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l'infezione da Hiv (con bassi linfociti CD4 o con Aids); nel 2023 due terzi degli eterosessuali, sia maschi che femmine, e più della metà degli Msm (men who have sex with men) scoprono di essere Hiv positivi quando il loro sistema immunitario è già compromesso (valori di linfociti CD4 bassi), un segno che il contagio è avvenuto da diverso tempo e che la malattia è in fase avanzata”, ha commentato Barbara Suligoi, direttrice del Centro operativo Aids.
Nonostante i progressi nelle terapie, aumentano anche i casi di malattia conclamata. Le nuove diagnosi, si legge nel rapporto, “sono state lo scorso anno 532, in aumento rispetto alle 444 dell'anno precedente (nel 2019 erano state 647)”.