La maggioranza procede spedita sul DDL Spazio, aprendo la strada a nuove opportunità per Starlink. Giovedì 6 marzo, la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sulla space economy con 133 voti favorevoli e 89 contrari. Il dibattito in Aula si è concentrato sull’articolo 25, il punto più contestato del provvedimento, poiché consente agli operatori stranieri, in particolare a Starlink e quindi a Elon Musk, di avere un ruolo chiave nei sistemi di comunicazione digitale italiani, soprattutto grazie alla creazione di una Riserva di capacità trasmissiva nazionale che potrà essere affidata anche a privati.
L’opposizione ha criticato duramente la norma, accusando il governo Meloni di favorire l’azienda di Elon Musk con una misura che potrebbe rendere l’Italia dipendente dal braccio destro di Donald Trump. Sono stati respinti gli emendamenti di PD e M5S, che proponevano di riservare il servizio a soggetti europei e istituzionali. Il testo ora passa al Senato per il prosieguo dell’iter legislativo.
L’articolo 25 e il nodo sicurezza
Il punto più discusso del DDL Spazio riguarda l’istituzione della Riserva di capacità trasmissiva nazionale, un sistema di trasmissioni pensato per essere utilizzato in situazioni di emergenza, come calamità naturali o conflitti. L’opposizione ha tentato di introdurre vincoli per escludere Starlink, proponendo che solo soggetti istituzionali della NATO possano essere coinvolti e solo in assenza di alternative europee. Tuttavia, queste proposte sono state bocciate in commissione.
L’unica concessione accolta riguarda un emendamento più generico, che sottolinea la necessità di tutelare la sicurezza nazionale e garantire un ritorno industriale per l’Italia. Una modifica giudicata insufficiente da molti esponenti dell’opposizione, mentre il dibattito politico si è infiammato anche sui social. Un tweet di Andrea Stroppa, referente di Elon Musk in Italia, in cui criticava Fratelli d’Italia, avrebbe contribuito alla decisione della maggioranza di non modificare ulteriormente il testo e proseguire con l’approvazione senza ulteriori compromessi.
Con il passaggio al Senato, il provvedimento potrebbe subire nuove modifiche, ma il governo sembra deciso a portarlo avanti senza cedere alle pressioni delle opposizioni.